luvaz

lunedì 9 novembre 2009

mousse al cioccolato bianco e the mathca (senza pistacchi ma con noci pecane....)


http://www.cilieginasullatorta.it/

lunedì 20 ottobre 2008

kamut


la ricetta la trovate qui alla voce flatbread...
lo so , lo so non sembra tanto flat!!!!

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Chocolate Fudge Brownies
















Ieri ho fatto i chocolate fudge brownies. la ricetta l'ho presa da un libriccino della nestlè, best loved cookies.
Purtroppo non ho avutio tempo di fare la conversione delle misure volumetriche in grammi. Però potreste attenervi alla ricetta di Cavoletto di bruxelles anche se il procedimento è diverso.





  • 1 tazza e 2/3 di zucchero (a me sembra un pò troppo ne metterei un terzo di meno)


  • 1/2 cup di burro


  • 2 cucchiai d'acqua


  • 120 grammi di cioccolato fondente


  • 2 uova


  • un cucchiaino e mezzo di vaniglia essenza


  • 1 tazza e 1/3 di farina


  • 1/4 di cucchiaino di bicarbonato


  • 1/4 di cucchiaino di sale


  • 1/2 tazza di noci


Riscaldare lo zucchero con il burro e i due cucchiai d'acqua in una pentola di medie dimensioni, mescolando costantemente. Rimuovere la pentola dalla fiamma e aggiungervi il cioccolato, mescolando bene fino a che non sia completamente sciolto. Aggiungere un uovo alla volta e sbattere bene dopo ogni aggiunta. Mescolare l'essenza di vaniglia e gradualmente la farina setacciata, il bicarbonato e il sale.Infine aggiungere le noci. Versare il composto in una teglia rettangolare di 30cm x 20. Cuocere il forno preriscaldato a 180 ° per 20/30 minuti o fino a quando lo stuzzicadenti non sia leggermente appiccicoso.

Da joyofbaking
Poi ve lo traduco....
Brownies are definitely America's favorite bar cookie (square). It is hard to believe that they began their life in a Sears, Roebuck and Co. catalog over 100 years ago (1897). Brownies are so named because of their dark brown color, not because they contain
chocolate. In fact, the first brownie recipes didn't even contain chocolate. When I looked in Fannie Farmer's 'Boston Cooking School Cook Book' the Brownie recipe calls for butter, sugar, Porto Rico molasses, an egg, flour, and pecan meat. So, I think we can say that our Brownie has evolved over the last century. Today, there are recipes for plain brownies ("cakey" or "fudgy"), with nuts, or without; ones with cream cheese, ones that are coffee flavored, or fruit flavored, there are caramel flavored brownies, mint brownies, peanut butter brownies, rocky road brownies, and even blondies (brownies that have a butterscotch, not chocolate flavor). But the one thing they all have in common is that they are wonderfully rich and chocolately.
Brownie recipes are divided into two categories; "cakey" and "fudgy" with both having their advocates. No matter which type you prefer, all brownies have that wonderful deep chocolate flavor that few can resist. I would place these brownies in the "fudgy" category as they contain very little flour and that is what makes them moist and chocolately with a nice dry cracked crust. You can eat them warm, at room temperature, or even cold. I have also been known to have one with a scoop of vanilla ice cream on top.
Scusate le foto, ma le ho fatte con la webcam.

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lunedì 6 ottobre 2008

Le zeppole di San Giuseppe

Quando ero una bambina a casa mia il trascorrere delle stagioni era scandito al modo degli antichi pagani. Il vero inizio dell'anno non veniva posto, come lugubremente suole da secoli, nel bel mezzo dell'inverno. Fedeli inconsapevolmente ad ataviche conoscenze festeggiavamo, quindi, l'inizio della primavera. Il giorno di San Giuseppe, che più tardi avrei scoperto essere nient'altro che la sovrapposizione cattolica ad antichissimi rituali legati alla fine dell'inverno e alla rinascita della vita, era dunque il grande giorno. Le zeppole di mia mamma, preparate per onorare il santo, non erano, e non sono, quelle della tradizione napoletana, più simili queste ultime ai bigné, più sontuosamente farcite di crema ed elegantemente guarnite con l'amarena. Le zeppole di questa ricetta appartengono alla tradizione sarnese, o almeno da questa ha attinto la genitrice, e si presentano più simili al dolce che a Napoli chiamiamo graffe.

L'intera liturgia che ne accompagnava la fattura vedeva mia madre, la sacerdotessa, e il resto della famiglia, officianti che a vario titolo e con diverse gestualità collaboravano, impegnati l'intera giornata.

Nei miei ricordi infantili si mescolano: gli odori, le forme e i colori di queste zeppole; le immagini, mai sfocate, di mia madre, novella demiurga, che combatte con la materia informe, tesa nello sforzo di impastare; i suoi movimenti energici, che spostavano di continuo il vecchio tavolo ricoperto di formica, scostandolo dalla parete della cucina; la veloce e precisa operazione con la quale i piccoli tocchi tagliati dall'impasto assumevano la forma dovuta; la distesa di zeppole adagiata delicatamente tra fresche tovaglie di cotone, riposte sul letto e ricoperte con un plaid di lana per favorirne la lievitazione, amorevolmente, come si rimbocca la coperta ad un figlio.

L'alchimia faceva il suo corso magico facendo lievitare a dovere le zeppole. Anxhe se per meglio rendere la sacralità del processo, e l'amore che ne è motore, preferisco usare il termine della mia bella lingua napoletana: le zeppole crescevano, messe nella loro placenta di cotone e lana. A questo punto la sacerdotessa invocava l'intervento del dio Vulcano e, in una pentola alta ricolma d'olio, vera antesignana popolare e artigianale della moderna friggitrice, avviava al loro sfrigolante destino le zeppole. La tortura si concludeva quando le zeppole assumevano il loro bel incarnato color oro, solo allora, come premio all'appena trascorso dolore, venivano leggermente sgocciolate e ripassate nello zucchero. L'ultimo atto consisteva nell'ordinata disposizione su vassoi e vassoietti destinati ad omaggiare la signora Capozzi, zia Vincenza, don Franco, che erano solo una piccola rappesentanza dell'orgiastico vicinato in adorante attesa della prelibatezza di San Giuseppe, dispensata ogni anno, con assoluto senso del dono, dalla sacerdotessa.

Un capitolo a parte meriterebbe la descrizione della meritata soddisfazione di mia madre, assaporata per giorni ascoltando i commenti dei fortunati degustatori.

Dimenticavo di dire che il mio papà si chiamava Giuseppe ed era un operaio, cosicché la festa di San Giuseppe per lui, e quindi per noi tutti, era festa tre volte, essendo il suo onomastico, essendo lui un papà e un lavoratore, poiché il falegname andato in sposo a Maria è anche patrono dei lavoratori. Come dire... una festa al cubo! Anche per questa potenza matematica, forse, mia madre ancor oggi continua la tradizone e regala a molti un piccolo assaggio di felicità.

Ricetta della zeppole di San Giuseppe

Ingredienti

500 gr. di farina

500 gr di patate lesse e schiacciate con l'apposito strumento

100 gr di burro fuso

1 panetto di lievito di birra sciolto in un pò di latte tiepido (tanto quanto un bicchiere da vino)

buccia grattugiata di un limone

un pizzico di sale

1 cucchiaio raso di zucchero

3 uova

1 bustina di vanillina

liquore Strega a piacere

Per la frittura olio d'arachide.

Zucchero per decorare.

Mettere la farina sulle patate disposte a fontana, porre al suo centro tutti gli ingredienti. Lavorare fino allo sfinimento delle braccia, o comunque fino a che gli ingredienti sono tutti amalgamati e se l'impasto dovesse risultare ancora troppo umido aggiungere altra farina. A questo punto si può tagliare una pezzo d'impasto e srotolarlo con le mani per fare la zeppola a forma di graffa, ricorderebbe un pò il simbolo della lotta al cancro, all'aids etc etc. Disporre le zeppole su un tavolo (se non è abbastanza spazioso va meglio il letto...!) coprirle e lasciarle livitare per almeno due ore.

A questo punto si possono friggere in abbondante olio e passarle nello zucchero semolato con o senza cannella.

Questo post è valido per partecipare al concorso bandito da cavolettodibruxelles

http://www.cavolettodibruxelles.it/2008/09/vi-regalo-una-storia-damore

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mercoledì 21 maggio 2008

fittasi

Saviano perchè non vieni a Chiaiano??? Ci sono appartamenti di varia quadratura in una corte restaurata da poco...o forse è troppo vicina alla discarica di prossima apertura?
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/cronache/articoli/2008/05_Maggio/21/saviano_casa.shtml

Appello n°2

Scetáteve, guagliune 'e malavita...ca è 'ntussecosa assaje 'sta serenata...
così recitava il ritornello di una vecchia canzone napoletana ,Guapparia. Ebbene questo è l'incipit che userei per fare appello agli uomini "d'onore" e ai ragazzacci affinchè continuino a mobilitarsi contro la costruzione della discarica in una delle cave di Chiaiano....ormai siamo tutti cammorristi, dopo la trasmissione di ieri di Floris, dove il simpatico Veltroni ha ribadito, serenamente, pacatamente, che dietro tutti sti disordini c'è la Camorra! Ha fatto, come conviene a chi vuole disorientare l'opinione pubblica in questo bel paese, di un' erba un fascio! Dagli assalti ai campi rom, alla monnezza gettata per strada o bruciata fino alla lotta contro questa decisione illogica di aprire in un parco già esitente la discarica della città!!!Come se questa decisione risolvesse immediatamente la l'emergenza rifiuti. infatti si cerca di gridarlo, ma inutilmente, a orecchie ormai tappate, come è accaduto anche ieri sera a quella schifezza di porta a porta , che per mettere in sicurezza il sito suddetto ci voglio tre mesi!!!!!Tanto si è capito che la faranno, la devono fare.... e badate bene bassolino e berlusconi la faranno...
Sono nata non lontano dalla cosiddetta zona ospedaliera dove si concentrano, appunto, i 5 maggiori ospedali della città. Mi sono trasferita qui nel quartiere della discordia da appena due mesi due. >E presto, se voglio avere un figlio sano, dovrò andarmene.... penso di aver diritto di asilo e un risarcimento danni visto che la casa non l'ho comprata (per fortuna perchè non posso permettermelo) ma i soldi per renderla più vivibile e carina li ho spesi, eccome. A saperlo continuavo a vivere insieme a mio marito da mia madre e mia sorella non lontano da qui comunque....Perchè una volta sversati 700mila tonnellate di rifiuti(700mila), la PUZZA si sentirà fino al salotto buono della collina di Napoli, senza considerare l'inquinamento della falda acquifera, etc. etc.
Per capire dove abbiamo trovato la nostra serenità, io e mio marito, andate a visitare questo sito
inoltre posso testimoniare di aver visto gazze ladre e fringuelli svolazzare davanti alla mia finestra, in una città come Napoli che ha visto per decenni solo speculazioni e cementificazione....

lunedì 21 aprile 2008

APPELLO

La Rinascente di Napoli sta per chiudere e 80 lavoratori e lavoratrici più 30 dell'indotto saranno gettati sul lastrico. In una situazione come quella napoletana questa è una tragedia.

PER SOTTOSCRIVERE L’APPELLO:
http://www.thepetitionsite.com/1/la-rinascente-di-napoli-non-deve-chiudere