Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Leggo sul Corriere della Sera di una prossima pubblicazione della corrispondenza inedita tra il Poeta e la segretaria della famosa casa editrice Einaudi. All'epoca Pavese collaborava con la rivista Cultura e realtà di Mario Motta: «Va benissimo. Ci sono dentro anch'io, e con i nostri primi saggi abbiamo già fatto ammattire le autorità... (...), ha di bello che è culturale, non letteraria o politica, e non è né trotzkista né cominformista ». E aggiunge la sua idea politica: «È l'unico punto di vista che permette di fare ancora la rivoluzione senza sacrificare le molte cose che stanno a cuore agli ingegni bennati. Il marxismo come scienza e non come filosofia — è tutto qui». Ma sul piano privato è l'ultima parte della lettera a colpire come un pugno nello stomaco: «Se sapesse come la invidio che sta a New York. Pensi che in 55esima strada vive e respira un mio formidabile amore che probabilmente mi costerà la vita». Punto. Si tratta, come tutti sanno, dell'attrice Constance Dowling, la destinataria della famosa poesia Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. «Le sarò più preciso — continua Pavese — quando, quest'estate, il mio amore ripasserà in Italia. Dio, come sono innamorato. Ciao, (...) e ringrazi il cielo di respirare l'aria di N.Y.. Io la pagherei in contanti». Questo paragrafo è ripreso tesutalmente dall'articolo.
Pechè riporto questa notizia? Perchè è sempre importante ribadire che tra i tanti onesti intellettuali italiani di una volta ce n'era uno che merita più di ogni altro di essere ricordato, anche dalla sottoscritta, per il suo impegno politico oltre che per il suo contributo alle nostre belle lettere.
2 Commenti:
Ma non dovevi disquisire di minchiate???
alle volte mica sempre!!!! se parlassi sempre e solo di minchiate ci si potrebbe senza dubbio annoiare, no?
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